vito crimi

L’avvento del governo guidato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle ha seminato un po’ di inquietudine anche tra gli editori, spaventati dalla possibilità che il nuovo esecutivo possa uscirsene da un momento all’altro con l’abolizione dei finanziamenti all’editoria. E l’inquietudine è aumentata ulteriormente dal momento in cui Vito Crimi è stato nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria.

Il fatto è che Crimi non ha mai nascosto le sue posizioni a volte piuttosto rigide sul fronte editoria, dalla questione finanziamenti pubblici fino alla tanto vociferata (e mai attuata) abolizione dell’Ordine dei giornalisti. Tuttavia lo stesso Crimi si è sentito di tranquillizzare gli animi, soprattutto quelli di chi in qualche modo potrebbe essere coinvolto dalle sue future riforme: “Non faremo tagli né riforme dall’oggi al domani. Non vogliamo affrontare con improvvisazione tutto ciò che merita di essere affrontato, ma cercare di dare certezze nel tempo e intervenire nei vari settori con gradualità”.

Per quanto in molti si stiano ancora sforzando di capire cosa Crimi abbia voluto dire con quelle parole, una prima mossa che potrebbe venire attuata – e che potrebbe farci capire l’indirizzo che questo governo si darà sul fronte editoria – è comunque venuta fuori.

“La mia proposta – ha detto Crimi – è di devolvere parte dei contributi all’editoria per sostenere la domanda e la richiesta di abbonamenti digitali. Questa modalità non ha nulla a che vedere con un finanziamento diretto, ma presuppone la creazione di un fondo che oggi viene distribuito a tutti i prodotti editoriali. Potrebbe consistere anche in un incentivo alla riduzione del costo dell’abbonamento digitale, oppure in un incentivo rivolto a più di un abbonamento. Lo spettro delle ipotesi è senz’altro molto ampio”.

Inoltre, a partire da ottobre il governo inizierà a mettere mano ad un fascicolo molto delicato che consiste nella possibile abolizione dell’Ordine dei giornalisti. “Ad oggi – si è chiesto Crimi – ha ancora senso che l’Ordine dei giornalisti esista? Ha svolto la funzione che dovrebbe avere? Anziché fare un decreto di abolizione dell’Odg ho avuto la gentilezza di incontrare i nuovi vertici che sono alla guida dell’Ordine”.

Dal momento in cui l’Odg ha avviato un corposo processo di autoriforma, Crimi si è sentito in dovere di rallentare sull’ipotesi di abolizione tout court: “La mia prima preoccupazione è stata di prendere tempo per far completare il processo di autoriforma che i giornalisti stanno cercando di mettere in atto. Una proposta ad ampio raggio che riguarda la governance ma anche i requisiti di accesso alla professione. Mi hanno riferito che a ottobre tutti questi interventi dovrebbero essere raccolti sotto forma di proposta, per cui aspettiamo per fare le nostre valutazioni. Se vedremo che ci saranno ancora i presupposti per abolire l’Ordine dei giornalisti, sarò qui a proporlo io stesso”, ha rassicurato il sottosegretario.

Insomma, sia la questione finanziamenti all’editoria che l’abolizione dell’Odg sono ulteriormente rimandati. “Prendere tempo”, sembra essere la parola d’ordine del governo “del cambiamento”.

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