come pubblicare un libro

Nonostante gli italiani siano un popolo che negli anni ha drasticamente ridotto il tempo dedicato alla lettura preferendo passatempi sicuramente meno culturali, sono molte le persone che sognano di vivere di scrittura e scrivono storie, romanzi e narrazioni. Un dato sicuramente in contrasto ma che non scoraggia i giovani autori che però sempre più devono scontrarsi con la crisi dell’editoria.

 A meno di non avere la capacità di realizzare una storia davvero fantastica, come fu per J. K Rowling, le possibilità di sfondare nel mondo della letteratura e dell’editoria sono davvero basse. Quando si ha un manoscritto nel cassetto la prima cosa che viene spontanea da fare e pensare è quella di rivolgersi ad un editore con la speranza che questi noti l’opera realizzata e scelga di pubblicarla. Quello che in molti non sanno è che, almeno in Italia, un autore che vuole pubblicare un libro quasi mai viene pagato.

Soprattutto nel caso delle piccole case editrici quello che fanno è chiedere all’autore di contribuire al “lancio” acquistando un certo numero di copie e pagano la tipografia di tasca propria. In questo modo la casa editrice non deve sostenere le spese di stampa e riduce al minimo il rischio di perdita qualora lo scritto non dovesse ottenere il successo sperato.

Questo succede per diversi motivi ma tutti tra loro legati dal problema comune che libri e lettura sono passati in secondo piano. Le librerie faticano a restare aperte, causa la sempre maggiore diffusione degli e-commerce e dei formati ebook e la pirateria, una volta legata solo al mondo di musica e film, sta dilagando e gli editori sono fortemente in crisi.

Se da una parte ci sono festival letterari (vedi PordenoneLegge) che registrano il tutto esaurito, dall’altra ci sono catene di librerie e editori costretti a chiudere e cedere i diritti delle opere a major sempre più grandi con sempre meno interesse verso la qualità della storia e il successo dell’autore. Nonostante questo il messaggio che passa ai più e che è facile guadagnare e diventare famosi scrivendo un libro. E così gli autori italiani pensano che basti poco, un romanzo, un contratto con l’editore e poi si diventa subito ricchi e conosciuti. La realtà però non è proprio così.

Nel mercato esistono troppi autori, certo molto diversi tra loro per qualità e tipologia narrativa ma il numero è talmente elevato da rendere altissima la concorrenza. Per l’autore, che deve faticare per ritagliarsi un, seppur minimo, spazio nella società, per gli editori che hanno troppe proposte da valutare e un budget costantemente ridotto da poter utilizzare e per i lettori che sono costantemente bombardati da novità e prime uscite.

Quello che rende più difficili le cose sono i servizi di stampa e pubblicazione online. Il fai da te. Servizi come Amazon eBook, LuLu, Narcissus, Bruno Editore, permettono a chiunque di diventare uno scrittore, di pubblicarsi il proprio libro e accrescere la (falsa?) speranza di diventare famosi. Chiunque con un click può pubblicare un opera, dotarla di ISBN e finire nel calderone dei molti.

Certo alle volte sono proprio questi servizi online che fanno la fortuna degli scrittori. Il caso più recente è quello della saga di E.L. James “50 Sfumature di Grigio”.

Non volendosi scontrare con case editrici che, non conoscendolo come autore, gli avrebbero precluso la strada verso il successo, E.L James scelse di pubblicare il suo primo romanzo su LuLu dove, dopo aver dotato il proprio libro di ISBN, lo mise in vendita e lo rese disponibile al pubblico. Al suo pubblico che piano piano si creò grazie ad una mirata strategia di marketing e che si diffuse con il passaparola.

Il romanzo a quel punto fu notato dalla casa editrice “Random House” che lo portò al successo internazionale che tutti conosciamo.
E.L James è stato (forse) avvantaggiato dalla trama del suo romanzo. Un settore che non conosce crisi e che desta sempre interesse e che in molti, anche autori italiani, hanno cercato di replicare. Il tutto con poco successo. Questo perché, come detto, l’editoria italiana è in crisi e il numero di persone interessate realmente a leggere un libro o comunque una storia, sono sempre meno.