librerieNonostante l’imperversare della tecnologia, gli italiani, almeno per il momento, continuano a preferire le librerie vecchio stampo (quelle dove ci passeggi dentro e ti ci perdi, dove ti confronti e puoi godere dell’odore inconfondibile della carta). Questo è quanto ci dice un’indagine condotta dall’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) relativa ai consumi nel campo della cultura. Insomma, per quanto i tempi siano indubbiamente cambiati, il settore dei libri continua a rimanere ancorato alla tradizione: il 76% di chi ha letto almeno un libro (di qualsiasi genere) nell’anno precedente ha fatto l’acquisto di un libro in libreria.

L’indagine, condotta con la preziosa collaborazione di Pepe Research su un campione di più di 4.000 cittadini italiani, è stata resa nota in occasione della fiera nazionale della piccola e media editoria nota come “Più libri, più liberi”. E non ha fatto altro che portare alla luce uno spaccato di realtà che sicuramente farà contenti non solo gli editori, ma anche coloro i quali temevano che l’avvento delle nuove tecnologie potessero in qualche modo compromettere la sopravvivenza del libro cartaceo, dei punti vendita fisici e della figura del caro vecchio libraio.

Ovviamente però non si può pensare che il digitale non abbia avuto comunque un impatto nel settore, e infatti, per quanto l’editoria classica continui a tenere botta, risulta anche che il 30% degli intervistati ha acquistato un libro online su piattaforme di e-commerce o sui siti internet delle librerie. In casi di questo genere, spiegano gli autori della ricerca, l’e-commerce rappresenta più che altro “un canale utilizzato per l’acquisto di libri cartacei”, quindi chi si rivolge a Internet in realtà non è detto che compri ebook, anzi, nella gran parte dei casi si affida al web proprio per ricercare e ordinare un libro “vero”.

“La ricerca – ha spiegato Gianni Peresson, responsabile dell’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori – mette in risalto un aspetto piuttosto importante, e cioè che non si sceglie più di comprare solo in una libreria o in un punto vendita della grande distribuzione organizzata, né in una libreria indipendente o in uno store online. Il lettore italiano ormai è un cliente preparato che sa scegliere i benefit a lui più adatti. E che non coincidono necessariamente con lo sconto!”.

Peresson ritiene che l’italiano sia un consumatore multicanale, ovvero un consumatore che si affida un po’ a tutti gli strumenti che gli vengono messi a disposizione. Ecco perché gli store online non necessariamente escludono la libreria, ed ecco perché fiere e festival non escludono per forza di cose il banco libri della grande distribuzione.

Alla luce di ciò, “bisogna ragionare sempre di più in logiche complessive di sistema distributivo, di ricerca di politiche e di una efficienza complessiva”. Dal momento in cui l’italiano medio è un consumatore multicanale, occorre lavorare a 360 gradi per farlo contento. Ciò vuol dire che gli editori non possono più escludere il canale e-commerce, ma che al tempo stesso le librerie e i nuovi librai che si affacciano sul mercato devono essere consapevoli del fatto che, in un mondo comunque in via di cambiamento, la loro presenza rimane fortemente attrattiva.