crisi editoriaUltimamente alcuni articoli pubblicati negli Stati Uniti hanno cominciato a dubitare della sostenibilità del modello economico che sta dietro i giornali digitali, portando alla ribalta un tema che definire scottante è dire poco, specie in un’epoca in cui anche (e soprattutto) l’editoria tradizionale si ritrova a dover fare i conti con grandi cambiamenti.

A lanciare il sassolino nello stagno è stato un articolo del Wall Street Journal attraverso il quale si raccontava del mancato raggiungimento degli obiettivi economici di BuzzFeed, che per chi non lo conoscesse si tratta di uno dei siti di notizie più famosi e all’avanguardia degli ultimi tempi. BuzzFeed ha sempre incentrato la propria formula sull’economicità, sull’innovazione e sull’immediatezza, e proprio questo suo modo di fare ha procurato non pochi turbamenti nel mondo dell’informazione più classica, sempre più messa a dura prova dall’emergere di questo rivale.

Alla luce di ciò i vertici dell’azienda ritenevano che l’obiettivo dei 350 milioni di dollari di ricavi si sarebbe potuto raggiungere senza troppi sforzi, ma stando alle ultime stime, di cui ha parlato per l’appunto lo stesso WSJ, sembra proprio che il traguardo non si riuscirà ad eguagliare: stando ai numeri che circolano nell’ambiente, i ricavi di BuzzFeed dovrebbero fermarsi almeno a un 15-20% in meno (pur sancendo una crescita che comunque c’è).

Ma se BuzzFeed sta crescendo ed è riuscito a mettere in discussione la forza dei rivali della carta stampata, perché mai i suoi ricavi finiranno per essere inferiori alle attese? La colpa sarebbe addossabile alla pubblicità display che a conti fatti non starebbe più funzionando a dovere. Di conseguenza non è tanto BuzzFeed a dover fare i conti con questa dinamica, ma sono più in generale tutti coloro i quali operano prevalentemente sul web e quindi monetizzano con le affiliazioni (la più nota delle quali è AdSense, che fa capo a Google).

Il dato interessante è che BuzzFeed ha risposto al Wall Street Journal senza smentirne affatto le ricostruzioni, ma ricordandogli al tempo stesso che la società ha rafforzato la propria raccolta pubblicitaria e diversificato le fonti di ricavo (incentrandosi anche sulla vendita di prodotti online, sullo sviluppo di contenuti per la televisione e sulla produzione di contenuti dati poi in licenza ad altri siti web). Insomma, i ricavi saranno sicuramente inferiori alle attese, ma BuzzFeed, come dichiarato in una nota ufficiale, si ritiene “ben posizionato per affrontare l’anno che verrà”.

In effetti, anche nel caso in cui non si dovessero soddisfare le previsioni, BuzzFeed continuerebbe a far leva su un modello solido e in salute, che grazie ai suoi investitori può contare ancora su entrate massicce: la sola NBC Universal, per esempio, ha iniettato 400 milioni di dollari di investimenti portando l’azienda a una valutazione di circa 1.7 miliardi di dollari.