editoria indipendenteIl mercato dei libri cresce sia per quantità che per valore. Occhio però, perché gli editori indipendenti aumentano sempre di più il loro peso nel mercato, e ciò dà nuova forza a chi tenta di farsi strada tra i grandi colossi del settore che continuano comunque a detenere una forza incredibile.

I numeri diffusi da Gfk Italia, che riprendono in buona sostanza i dati snocciolati lo scorso gennaio dall’Associazione Italiana Editori (Aie), sono stati divulgati proprio pochi giorni fa durante il convegno “Elogio della follia” a cui hanno partecipato, tra gli altri, Riccardo Cavallero (editore di Sem) e altre personalità indipendenti come Eugenia Dubini (editrice di NN Editore), Sandro Ferri, Pietro Biancardi e Barbara Riatti. Si conferma così il trend di crescita fatto proprio dal mercato libro, che sale dell’1.9% rispetto al 2017, perdendo però il 10.3% rispetto al 2012. Visibile è poi l’incremento degli editori indipendenti, che nel 2017 arrivano a coprire il 45% del mercato del libro (nel 2012 la loro quota non superava il 40%).

Riccardo Cavallero, fondatore di Sem, dichiara a questo proposito che la crescita degli indipendenti è estremamente interessante. “Prima salivano solamente i grandi gruppi, ora però loro rallentano e riprendono la marcia i cosiddetti piccoli. Il motivo è che i piccoli editori hanno un altro rapporto con l’autore, non accettano che un libro sparisca dalla circolazione un mese e mezzo dopo la pubblicazione e di conseguenza lo seguono in ogni modo. Molti indipendenti fanno operazioni di questo tipo: recuperano piccoli scritti, li seguono e li aiutano a diventare dei best seller, cosa che i big del settore non possono certo fare. E oggi un caso come la Ferrante viene da un indipendente”.

Insomma, secondo Cavallero il segreto della crescita degli editori indipendenti risiede nell’approccio che hanno nei confronti degli autori ma anche dei clienti. Un approccio più umano e sentimentale, e meno commerciale. E poi, dal punto di vista commerciale, c’è pur sempre l’e-commerce ad aiutarli: l’avvento di Internet ha sicuramente dato grossi benefici a tutti, ma ha aiutato soprattutto i piccoli editori che in questo modo riescono ad ottenere più visibilità non solo per il loro marchio, ma anche per il loro catalogo. Tuttavia, attenzione: secondo Cavallero è pericoloso spostarsi troppo sul mercato online. Se si vogliono aiutare sul serio editori e librai “occorre lavorare sulla distribuzione, accelerando i tempi di rifornimento ai librai”.

Per quanto attiene la crescita del mercato del libro, Cavallero propone una riflessione: “Il mercato è cresciuto, ma bisogna tener conto dell’aumento dei prezzi che c’è stato in questi anni. Un aumento che ha fatto sì che il tasso di inflazione del libro diventasse più alto di quello fatto proprio dal Paese. E poi c’è da considerare il buono di 500 euro dato dal governo Renzi che ha spinto sempre più persone ad acquistare libri”.